domenica 30 dicembre 2007

Verso capodanno

Sono praticamente le quattro di notte. Una persona normale starebbe dormendo, a quest'ora.

Ma io non sono normale.
Sono appena tornato da una "festicciola" dove ho bevuto praticamente di tutto... per la prima volta in vita mia sono particolarmente brillo, e sto constatando che fortunatamente non ho la sbornia triste.

In compenso ho quella riflessiva! Ho un po' la testa fra le nuvole, eppure riesco a pensare lucidamente: sto guardando dietro di me, sto osservando la mia vita, la mia esistenza... e ho capito che mi piace, o meglio, mi è piaciuto essere stato com'ero. Adesso sono un nuovo L., un nuovo me, e l'ho già accettato.

Era semplice. La chiave di quel labirinto era estremamente semplice. La via di fuga da quelle quattro mura incrociate fra loro era maledettamente facile da scovare.

E' difficile da definire a parole, è una sensazione che ho dentro di me, una nuova consapevolezza del mio nuovo essere, un nuovo punto di vista dal quale guardare L. che non avevo mai preso in considerazione.

E' strano. Io non credo agli oroscopi, o almeno non lascio che mi condizionino ( non nego che mi sfizio a leggerli ), eppure di tanto in tanto mi diverto a leggere i tratti caratteristici del mio segno - Acquario, ndr -.
Fra le tante cose ( nelle quali a volte riesco a riconoscermi ), ce n'era una che non avevo mai preso con il giusto peso perchè non mi sentivo assolutamente quel tipo di persona, e a tutt'oggi non mi ci sento pienamente.
Comunque sia, quel simbolo distintivo è l'incapacità di restare accanto ad una persona del sesso opposto per più di un certo periodo, a causa dei motivi più disparati e per due in particolare:

1- l'Acquario NON vuole far soffrire il partner in nessun modo, e se c'è anche UN solo motivo per cui questo possa accadere, tende a troncare la storia prima che ci si possa legare in maniera compromettente;

2- l'Acquario è prima di tutto uno SPIRITO LIBERO.

Ed è proprio vero che sono uno spirito libero, mi ci sento con tutte le mie forze, mi sento LIBERO, sento di poter Volare, di potermi librare in alto nel cielo e guardare la terra dalle nuvole.

Ma tutto questo non può descrivere neanche in minima misura ciò che realmente provo. L'importante è che ora sul mio viso sia tornato il sorriso, e che i miei occhi brillino ancora di gioia e felicità di fronte alla vita.

...ma lo faranno solo fra qualche giorno, quando il 2007 finirà e si porterà via anche l'ultima festa, con i suoi ricordi...

giovedì 27 dicembre 2007

2 years

Due anni fa a quest'ora il mio incisivo superiore sinistro lasciava definitivamente la sua locazione per capitolare sul tappetino di una fottuta 600 azzurra.

Adesso sorrido, e i miei denti ci sono tutti... sorrido, però, è una parola grossa.
Non riesco a ridere, non riesco a sorridere, non riesco a vedere questo natale con gli occhi di sempre, con gli stessi occhi da bambino con i quali lo guardavo fino ad un paio di anni fa.

Ormai la mia vita è deformata da avvenimenti che mi hanno segnato, quale più quale meno, nel bene e - molto più - nel male. Davanti a me non ci sono più il verde della speranza e l'azzurro della benevolenza, di fronte a me ci sono il grigio della tristezza ed il nero della disperazione.

Ecco cosa si agita in me in questi giorni di festa, in questi giorni di vacanza durante i quali non si fa nient'altro che mangiare.

Il mio cuore è colmo di vuoto.

Spero almeno che quando mi sveglierò avrò la voglia di studiare qualcosina

martedì 25 dicembre 2007

Natale

Ed eccoci. Eccoci finalmente a Natale.
La cena si è appena conclusa, la tiritera dello scambio dei doni è finita, i sorrisi sulle facce di tutti sono rimasti, sulla mia non si è mai aperto... o meglio, non è stato mai un sorriso sentito.

Questo è un natale triste, ancor più di come lo è stato lo scorso anno. Ma per la felicità di tutti è stato necessario far finta di essere felice, di sentire dentro di me lo spirito della festa.

Tanto è inutile fingere con se stessi, prima o poi tutto viene a galla, tutte le emozioni, le sensazioni riaffiorano e si fanno sentire più forti di prima, indiavolate per l'indifferenza dimostrata fino ad ora.

Ho un carico di lacrime sotto gli occhi, una tensione incredibile nei muscoli, il petto gonfio di urla che non possono accarezzare la gola. Mi sento come una bomba ad orologeria, come un blocco di c-14, sento come se dovessi esplodere, eppure la detonazione non arriva mai.

Non vedo l'ora che arrivi la fine di questo 2007, anche se quello che mi si para davanti è un anno che è notoriamente negativo per il sottoscritto... qualunque cosa pur di lasciarmi alle spalle quest'anno infame - con le dovute eccezioni -.

Ed ora sono qui, a scrivere su questo blog alle 2 di notte, sdraiato sul mio letto mentre tutti gli altri dormono, a pensare...

Buona Notte, mondo... E Buon Natale...

venerdì 21 dicembre 2007

Home

Non ho nemmeno la voglia di scrivere... quindi dedico questo post al mio coinquilino:

G., ti ricordi di andare a prendere quelle cose che ti abbiamo chiesto?
G., hai fatto la guida?!
G., hai fatto gli auguri ai tuoi?
G., STAI STUDIANDO?!

---

waiting for xmas..

martedì 18 dicembre 2007

I miss you, grandma

VOGLIO URLARE!
VOGLIO STRILLARE!
VOGLIO SFOGARMI!

mi manca...

...Natale è alle porte

Natale si avvicina, e quel vuoto che c'è dentro di me si fa sentire.
Non voglio tornare a casa, non voglio tornare fra quelle quattro mura per scoprire ancora una volta che lei non c'è.
Non ho la forza di affrontare un altro natale in queste condizioni... non ci riesco a vivere un'altra festa con questa sensazione dentro di me, con questo vuoto nel cuore, nello spirito e in tutto me stesso.

Non è vero che non voglio tornare a casa per le feste perchè non ho amici giù, non è questo l'unico e più importante motivo.
Non voglio tornare a casa perchè non voglio sbattere la testa contro la consapevolezza della sua assenza...

Basta, non voglio scrivere più nulla, finirei per rigare ancora il mio viso di lacrime...

E così...

...piangere e poi ridere, poi fingere...

Tutte le lacrime che non ho versato fino ad ora... eccole che si accalcano, spingono e pressano per uscire da questi occhi...

Ho il respiro spezzato...

domenica 16 dicembre 2007

Karaoke

Urlare, sbraitare, cantare a squarciagola...

Parole di canzoni che prese così non significano niente, ma che poste in una situazione particolare acquisiscono diversi significati - perdonate il gioco di parole -

La chiarezza di un alba trovata in un locale seduto davanti ad una Du Demon, perdendo la voce con i miei coinquilini...

Grazie ragazzi, grazie davvero...

Sarà strano, sarà stupido, forse sarà da bambini... però ragazzi, in voi ho trovato davvero degli ottimi Amici, e non sapete quanto sono felice di avervi incontrato!

GRAZIE

sabato 15 dicembre 2007

Lacrime

Acqua salata che scende dagli occhi, accarezza le guance e sfiora le labbra, lasciando un amaro sapore sul rosso carnoso. Straborda dal solco della bocca fino a scivolare sul mento, goccia a goccia lentamente cade a terra formando, a lungo andare, una piccola pozzetta.

Rivolo di sangue carminio, come una lacrima scivola dagli occhi seguendo la stessa traiettoria. Una riga rossa che macchia il viso, sapore sanguigno sulla lingua.
Gli occhi aperti, le vene arrossate ed il sangue che esce lentamente. La lacrima rossa continua a scendere fino a raggiungere il mento, cade verso la terra.

Il percorso è lo stesso, il significato profondamente diverso: acqua e sale rappresentano un dolore relativo, una sofferenza procurata dagli altri, da una parola "cattiva", da una mancanza di rispetto... la lacrima trasparente può fuoriuscire in tanti modi, ognuna a suo modo giustificata e densa di significato.

Una lacima di sangue non è semplice da descrivere, ha un significato suo, un significato intrinseco difficile da definire.
Sono arrivato ad avere la sensazione di vomitare sangue dagli occhi, come se mi esplodessero le vene; sento una tristezza infinita dentro di me, una disperazione enorme nel mio cuore... non sto affatto bene con me stesso, ed è proprio per questo che le lacrime che versano i miei occhi sono rosse come il sangue, espressione di un sentimento talmente profondo da non poter essere espresso coi metodi tradizionali...

Perdonate l'italiano di questo blog, ma sono le 3.08 di notte, e il mio cervello è abbastanza in tilt.. prometto di renderlo accettabile più avanti.

venerdì 14 dicembre 2007

"Le cose che hai amato di più"

Quando non hai voglia di parlare
certe volte capita
non ti va di fare più domande
perché conosci le risposte...
Capita a te... capita a me... di piangere poi per niente
non hai mai cambiato quei bottoni... sulla tua camicia blu
quello che nessuno ha mai capito... è stato il tuo vestire così
capita a te... come capita a me... di ritornare a ieri
e di capire che quello che è stato... è certe volte meglio.
No non rimpiangere mai... non illuderti mai
certe cose non tornano più
e non pensarci di più... tu non pensarci anche se...
Son le cose che hai amato di più... e che restano lì...
Camminare a piedi nudi... ai bordi dell'estate
quell'amare, amare, amare forte fino a non mangiare più
non dimentichi mai... non dimentichi mai
capita a te come capita a me... che poi d'improvviso passa
e di capire che a volte il destino ha più fantasia di noi
no non rimpiangere mai... non illuderti mai
certe cose non tornano più
e non pensarci di più... tu non pensarci anche se...
Son le cose che hai amato di più... e che restano lì
stare insieme almeno la vigilia di Natale...
Quel nuotare al mare con tua madre che strillava vieni qui...
E non farlo mai più... no non farlo mai più
son le cose che hai amato di più
certe cose non tornano tornano tornano più...


-B. Antonacci-

giovedì 13 dicembre 2007

Paura

Sapete che c'è?

C'è che ho paura... una paura matta, una paura disperata, una paura folle, una paura insensata.

Ho paura, di cosa non lo so.

So solo che il mio ego è colmo di terrore...

mercoledì 12 dicembre 2007

SCREAM

Fanculo! Mi sono rotto!
Mi sono rotto di essere accerchiato dalla vanagloria di se stessi.
Mi sono rotto le palle di avere attorno a me solo persone che hanno "capito tutto della vita".
Mi sono rotto i coglioni di ascoltare parole campate per aria solo perchè pensano che mi faccia piacere ascoltarle, o che siano utili a tirarmi su il morale.

Non ne posso più!
Perchè non si può selezionare il "muto" anche per gli esseri umani? Perchè non è possibile abbassare il volume di determinate persone? Perchè non è possibile staccare la spina quando si vuole?

Ne ho piene le palle!
Ne ho piene le scatole di questa vita che fino ad ora mi ha preso a pesci infaccia, che si sta divertendo alle mie spalle, che fa di tutto per rendermi l'esistenza nient'altro che una corsa ad ostacoli!

Certo, le mie disgrazie sono nulla in confronto ai mali che ci sono nel mondo. Ma come ognuno vede la vita in base alle proprie possibilità, ogni essere pensante guarda ai suoi problemi prima di tutto e si preoccupa delle sue difficoltà prima di quelle degli altri!

Adesso io sono un covo di problemi, di incertezze, di dubbi, di odio e di violenza!
Sono un concetrato di acidità, una calamita per il nervosimo, un punto di accumulazione per l'ira.

Ho le mani che mi tremano, gli occhi che vanno dove vogliono loro a causa del nervosismo: i tic si stanno accentuando in questo periodo.
Grazie a Dio ho agito tanto su me stesso da avere una disciplina tale da riuscire, seppure in parte, a nascondere ciò che provo di fronte agli altri, apparendo in qualche modo "tranquillo" e affabile. O perlomeno di compagnia.

Non ne posso più!!!! VOGLIO URLARE! VOGLIO BUTTARE TUTTO ALL'ARIA! VOGLIO... voglio capire... voglio capire perchè c'è tutta questa cattiveria in questo mondo, perchè sulla faccia della terra c'è tanta ignoranza, tanto odio, tanta voglia di violenza...

Perchè...?

martedì 11 dicembre 2007

Me. Again

Ho modificato il profilo, ora c'è una mia foto... Non è eccezionale, anzi fa decisamente schifo: la macchinetta è quella che è, la mia abilità con gimp ancora peggio... apprezzate lo sforzo.
Sono più ferrato nel disegno a mano, ma non avendo uno straccio di scanner non posso pubblicare le mie "deviation".

Forse avrete notato quella striscia rossa che attraversa il viso dall'occhio in giù, spezzando in due parti la foto.
Ecco, dovrebbe essere una lacrima di sangue, un rivolo sanguigno emblema della tristezza che è dentro me in questo periodo.

Tutto quello che sta muovendosi in me , la tempesta che si agita nella mia testa mi sta rendendo nervoso, sull'orlo del precipizio mentale. Sono teso, sempre sul chi vive, scatto per un nonnulla.
Sono ad un passo da una crisi di nervi non indifferente.

Me la prendo con gli altri, con chi non c'entra nulla in tutto questo ma disgraziatamente si trova a passare di qui: uno scherzo non capito, una frase ambigua, una parola detta nel momento sbagliato e i diavoli che ho fra i capelli escono saltando allegramente per inforcare il malcapitato...

Mah, non riesco neanche più a scrivere dei bei post... La situazione sta precipitando, mi sta sfuggendo di mano.
Sto perdendo il controllo di me stesso, sto perdendo la capacità di guardare avanti, i miei obiettivi si stanno sfocando lentamente...

Devo sbrigarmi, devo stringere i denti e serrare i pugni, e devo farlo subito.

L'anno nuovo è vicino, prima di allora devo aver capito.

Here i am

Rieccomi qui, ancora una volta davanti ad un foglio bianco a scrivere le mie emozioni.

Qualche volta mi chiedo cosa lo faccio a fare, per quale motivo perdo tutto questo tempo a riempire queste pagine di parole, parole che non possono in nessun modo rappresentare interamente quello che sento, quello che provo.

Per quanto io possa essere bravo, e questo lo lascio giudicare a voi che leggete, per quanto auliche possano essere le mie frasi non riusciranno mai ad esprimere neanche in misura ridotta quello che c'è dentro di me.

E tuttavia scrivo, butto giù lettere, parole, frasi, paragrafi, sentimenti... o perlomeno ci provo.
Qualche volta ci riesco meglio, qualche volta peggio... ma sicuramente ogni volta sono sincero, sono vero. Ho detto tante ca**ate nella mia vita, a ragione o meno, perchè non avevo nè la voglia nè il bisogno di essere reale.

Fino ad ora l'essere stato me stesso, l'essere L., mi ha portato solo guai. Era diventato quasi "necessario" raccontare palloni per levarmi di torno persone ingombranti, persone che non volevo accanto a me e che non avevo il coraggio di cacciare.

Oggi non m'interessa più di niente, oggi sono semplicemente IO, semplicemente L. Se sta bene, sono felice, altrimenti non importa. Non posso piacere a tutti, non posso essere ogni volta qualcosa di diverso per far piacere a tutti.
Io sono fatto così, con i miei pregi (pochi) ed i miei difetti (tanti), che vi piaccia o no!

Queste cose le scrivo oggi, ma in qualche modo erano implicite in tutti i post precedenti... e comunque sia, sono "retroattive" al 1 ottobre... economia mi fa male...

Buona notte!

domenica 9 dicembre 2007

...

Devo aver guardato male...

Dev'essere la foto sbagliata...

No, non posso credere che...

... ho bisogno di pensarci su ...

sabato 8 dicembre 2007

Economia

Non ci credo!
Non posso crederci!!!

Mentre sono bloccato in questa stanza, mentre resto in questa sala buia e polverosa a "vucicare" fra le scartoffie mi arriva una voce lontana: hanno pubblicato gli esiti dell'esonero di Economia Aziendale!

Corro fuori e per la prima volta alzo gli occhi al cielo, rivolgo lo sguardo verso le nuvole sicuro di vedere solo altro cemento ma con la speranza di vedere una stella.

Ecco, non è proprio una stella quella che ho visto, ma una fioca luce. Un raggio splendente che mi ha parlato del mio voto, racchiuso in una fascia che varia fra 24 e 27!
Ecco, sorrido ancora! Sono felice, sono contento di come sia finita anche questa avventura, sono soddisfatto di me, almeno per quello che riguarda l'università!

Pochi minuti e già sono rientrato in quella stanzetta... ho trovato ancora qualche foto, ancora qualche immagine sfocata. Eppure un volto comincia a delinearsi nella mia mente... quelle parole, quelle frasi, quegli oggetti cominciano ad affiancarsi ad una persona che mi sembra quasi di riconoscere.

Non voglio esprimere giudizi affrettati, non posso farlo: rischierei di corrompere la mia ragione. Devo restare lucido e sgombrare la mia mente da qualsiasi possibile influenza esterna...

Ho bisogno di avere chiaro quel viso di fronte ai miei occhi!

giovedì 6 dicembre 2007

Una stanza particolare

Sono appena entrato in una strana stanza.
C'è un forte odore di chiuso, una candela al centro della stanza che sembra non consumarsi mai bruciando continuamente ossigeno: dev'esserci un'apertura da qualche parte, segno che intimamente questa sala non è mai stata dimenticata.

Chissà perchè ho voluto ignorarla per tutto questo tempo... cosa c'è rinchiuso fra queste quattro pareti?
Mi guardo intorno, gli occhi si stanno lentamente abituando alla penombra. Le mura sono ricoperte di muschio, sembra che sotto ci sia qualcosa ma non voglio grattarlo via adesso; la candela poggia su di un tavolino ricoperto di carte: la scrittura sembra proprio la mia... non li leggo ancora, mi guardo ancora un po' attorno, c'è qualche scatola, un sacco di ragnatele, un filo d'aria fa tremolare la fiammella minacciando di spegnerla; quando torna a brillare vedo una foto appesa alla parete, è sfocata, non riesco a riconoscere il soggetto...

Quante cose ci sono da vedere in questa stanza... ci resterò per parecchio tempo, credo...

mercoledì 5 dicembre 2007

24

Non bastava tutto quello che mi sta succedendo.
Non bastavano tutti questi problemi, tutte queste paranoie.

Anche il 24 in Analisi I.
E io che speravo dal 27 in su...

Ma Vaffan*ulo!

martedì 4 dicembre 2007

Commenti

Chiunque arrivi a leggere il mio blog dice che scrivo bene, che le mie parole sono emozionanti.
Chi mi conosce un po' meglio dice che non è possibile che io abbia scritto questi ultimi post, che io possa avere una tale indifferenza.
Mi dicono che non è vero, che non possono crederci.

Tralasciando la sovrabbondanza di "Che", a dire la verità me lo dice anche chi ha imparato a conoscermi solo tramite questi pochi scritti, e attraverso qualche mio gesto.

Eppure una sola persona si è azzardata a scrivere un pubblico commento... e la ringrazio, perchè il suo sorriso è stato uno dei pochi raggi di luce grazie al quale mi muovo a fatica verso l'uscita.

Ho cominciato a scartavetrare fra le mie emozioni, ad abbandonare strade e stradine per mantenermi sulla via principale. Guardo dentro ogni vicolo, sono tutti ciechi; guardo sotto ogni roccia, c'è sempre qualche serpente da uccidere; guardo dentro ogni scatola, c'è sempre una ragnatela da sollevare...

La strada è lunga, è tutta dritta. All'orizzonte una nebbia impedisce la visuale, dietro di me la notte più buia che abbia mai visto...

Ho un'immenso bisogno di un raggio di luce da seguire...

domenica 2 dicembre 2007

Emozioni

Non sento più nulla.

Non mi emoziono più.

Non soffro più.

Nessuna sensazione mi attraversa.

Il mio cuore dorme. E' in coma.

Un solo sentimento:

Indifferenza.

venerdì 30 novembre 2007

Labirinto

I labirinti non sono solo materiali, non sono fatti solo di calce e mattoni, di cemento, labirinti naturali, o di qualunque altra cosa possiate pensare.

Quei labirinti, quelli fisici, sono i più semplici da risolvere, è relativamente semplice uscirne; ci sono vari metodi per venirne fuori, ne hanno trovati veramente tanti, a partire dal famoso filo di Arianna fino alla semina di molliche di pane per non perdere la strada.

I labirinti peggiori, quelli da cui sembra impossibile uscire, quelli che ci mettono veramente in crisi sono quelli mentali.
Si, sono i labirinti che crea la nostra testa, il nostro subconscio. Quelli che nascono piano piano, di nascosto, senza che ci si accorga di nulla.

Poi, un giorno, qualcuno (o qualcosa), ti spinge in un burrone. Tu cadi, cadi ed urli, cerchi di aggrapparti a qualcosa ma le tue mani afferrano solo l'aria, vento che ti colpisce il viso come milioni di coltellate gelate aprendo ferite su tutto il tuo corpo.

Ed ecco che finalmente appare la terra sotto di te. Si avvicina sempre più velocemente, ti correre incontro come un cavaliere che carica il nemico con in braccio la sua lancia migliore. La celata lascia vedere solo gli occhi, due globi rosso fuoco, due sfere infuocate che sembrano provenire dall'angolo più remoto dell'inferno.

Quegli occhi sono posati su di te. E tu ne hai paura.

Un botto, un dolore lancinante per tutto il corpo, la sabbia si posa sulle ferite aperte dal gelo, senti le ossa ridotte alla strenua di un ammasso gelatinoso.
Sei ancora vivo, e maledici la sorte perché non ti ha strappato subito via la vita, cosringendoti a soffrire in questo modo, costringendoti all'agonia senza la seppur minima speranza di sopravvivere.

Un colpo di vento ti sbatte in faccia una nuvola di polvere che si mischia col sangue sulla tua faccia, le ferite bruciano. E' un dolore che non hai mai sentito prima, una sofferenza così forte che non riesci a resistere. E svieni con la speranza di non risvegliarti mai più.

---

Apri gli occhi, l'ultima cosa che ti ricordi è la lunga caduta, il dolore che hai provato.

Sei disteso su un materasso, il tuo corpo ricoperto da bende, nella bocca ancora il sapore amaro del tuo stesso sangue. Ti guardi attorno, solo quattro pareti ed un passaggio senza porta.
Provi a muoverti, ci riesci seppure con molta fatica. Il dolore è forte, la sofferenza indescrivibile. Le tue ossa implorano pietà ad ogni passo. Le zittisci.

Ignori il dolore, sopprimi la voglia di morire in quell'istante. Passi attraverso quel buco nel cemento, sei in un corridoio. Svariate porte, tutte uguali, tutte maledettamente identiche, e tutte che portano ad un corridoio diabolicamente congruente.

Non sai dove sei.
Non sai da dove sei entrato.
Non sai come uscire.


E mentre sei avvolto nei tuoi pensieri, nella tua disperazione senti un bambino piangere. E' lontano, molto lontano, ma i suoi singhiozzi arrivano nitidamente.

Cominci a camminare verso quella voce, verso quella povera creatura che lacrima come vorresti fare tu, ma più cammini e più il senso dell'orientamento ti abbandona. Cerchi di seguire i suoi singhiozzi, ma sono lontani, sempre più distanti.
Quando poi sembra talmente vicino da poterlo toccare, ecco che svoltato l'angolo non senti più nulla.

Questo è quello che sto vivendo ora. Sono solo, in un labirinto.
Sto cercando di capire chi è quel bambino, come arrivare da lui. Voglio scoprire chi o cosa mi ha portato in questa situazione, chi o cosa ha creato il labirinto stesso...

Ma nel farlo, sono solo...

mercoledì 28 novembre 2007

Still Alone

Sono dieci minuti che giro e rigiro fra le pagine del mio blog, che leggo e rileggo sempre gli stessi post.
Sono dieci minuti che butto davanti ad un monitor senza capire cosa fare.

Non riesco a ritrovare il dvd con l'unica musica che ho voglia di ascoltare adesso.
Mi manca Ecliptica, mi mancano i Sonata Arctica...

La cosa buona di questa giornata è che ho pensato tanto, ho pensato a me stesso e alla situazione contingente che sto vivendo.
Ho ponderato, ma non ho risolto niente.
Non ho capito nulla, non sono giunto ad una conclusione su quello che c'è dentro di me.


E' come se dentro di me ci fosse un bambino che piange, che strilla lacrime, che urla la sua tristezza e la sua solitudine.
Sbraita e si agita, ma nessuno lo sente, nessuno coglie il suo richiamo, nessuno che gli rivolga anche una semplice occhiata.
Così lui, rannicchiato nel suo angoletto continua a versare lacrime, lacrime che straripano dalle mani e bagnano il terricio fra le sue gambe.


C'è già una piccola pozzanghera fra la terra... è da tanto che questa piccola creatura sta piangendo, ma fino ad ora neanche io me n'ero mai accorto.
Solo ora ho sentito i lamenti strozzati provenire da lontano, da una stanza remota di me stesso.

La cosa più brutta, ora, è che non riesco ad individuare questa camera, questa stanza Per quanto io mi muova, per quanto io corra, per quanto io chiami quel bambino, non riesco a trovarlo. Ora è più vicino e mi sembra di poter toccare le sue urla con un dito, ora è talmente tanto lontano che i suoi singhiozzi sono appena udibili.

Cosa c'è, piccolo?
Di cosa hai paura?
Perchè stai fermo in quell'angolo tutto solo?

...Qualcuno ti ha fatto del male?

Alone

"Sitting in a corner all alone,
staring from the bottom of his soul,
watching the night come in from the window

It'll all collapse tonight, the fullmoon is here again
In sickness and in health, understanding so demanding
It has no name, there's one for every season
Makes him insane to know"

Incubi...
Mi sono appena svegliato in preda al panico come non lo sono mai stato.
Sono madido di sudore, ho gli occhi sbarrati dalla paura, le mani mi tremano.

Sento il Terrore, quello vero. Quello che ti fa battere il cuore.
Quello che ti fa stare in ansia, quello che ti fa tenere gli occhi aperti nel buio per paura di qualcosa... o qualcuno...

E' la prima volta che ho di queste sensazioni...

Mi sono sciacquato la faccia, ma non credo che dormirò più stanotte.

Non sono sicuro più di nulla...

Troppa confusione in me...

Sento troppa incertezza dentro di me...

Emozioni contrastanti si affollano nel mio cuore...

martedì 27 novembre 2007

Kingdom For a Heart

"Now I know I will never love you, I'm a man without
a heart, I'm not allowed to feel human feelings
I'm king of the land, I'm a ruler of seas, I'd give it
away in a moment. If I only had one more day"

Sonata Arctica


La prima volta che l'ho sentita non l'avevo presa molto in considerazione, era solo una bella canzone e niente di più.
Riascoltarla ora mi da una sensazione strana, quasi che ne sentissi il vero significato...

C'è qualcosa nella mia testa, nel mio cuore, fra le mie sensazioni... c'è qualcosa che non va, che non mi convince... c'è qualcosa che mi lascia perplesso, che non riesco a capire.

Questa canzone ha acceso una fiammella appena visibile, una luce praticamente invisibile nel buio. Ascoltando tutto il cd è stato come se qualcuno gettasse della pagliuzza in quel fuocherello dandogli un po' più di vigore, un po' più di vita rendendolo ora visibile ad occhio nudo.

Devo scoprire che cosa sta illuminando, devo analizzare me stesso, devo guardarmi dentro ancora una volta...

E ancora una volta sono i Sonata Arctica gli artefici di queste analisi... In qualche modo la mia vita passeggia con loro...

sabato 24 novembre 2007

Ritorno...

Strano, non mi era mai capitato di scrivere in autobus.

E' la prima volta che apro il portatile su un autobus per buttare giù due righe.

Sarà che non ho niente da fare, sarà che sono un po' triste, sarà che sono stanco e quindi ho bisogno di fare qualcosa per non addormentarmi...


Fatto sta che ora scrivo, e devo sbrigarmi perchè la batteria purtroppo è quella che è.


Sono le 20.24, e con De Andrè nelle orecchie ripenso all'esonero di oggi.

Economia, la prima materia che comincia a darmi qualche difficoltà, come sarà poi statistica quando comincerò a studiarla come si deve.

Nella realtà dei fatti non è così difficile, è solo ostico ricordarsi tutti quei termini e tutte quelle definizioni. In fin dei conti economia aziendale è tutta teorica, non ci sono formule particolari da ricordare, non ancora perlomeno.

Il vero problema è stata la preparzione: non ho studiato quanto avrei dovuto, e come avrei voluto. Il fatto è che la matematica mi ha portato via più tempo di quanto credessi, non pensavo di dover faticare così tanto per la mia materia. E' stato... particolare.


Ad ogni modo, sono soddisfatto di come sono andate lo cose. La premessa con cui ero partito non faceva attendere niente di buono, ed invece eccomi a sorridere ricordando poche ore fa quando seduto davanti a quel foglio mi sono girato ed ho detto “Che caxxata!”. Essì, era proprio facile... avessi studiato solo un pochetto di più sarei riuscito a prendere un 30 con estrema facilità.

Ed invece non credo di aver ottenuto un grande risultato, ma sono comunque soddisfatto perchè la tecnica di studio si è rivelata efficace ed efficiente. Vada come vada, ho vinto anche questa sfida con me stesso.


Lorenzo vs Vita: 3 – 0


WoW, non avrei mai scommesso su questo risultato. Si erano cominciate ad accavallare troppe disgrazie, troppi fattori negativi, troppa tristezza.... non pensavo che mi sarei mai sollevato.


E invece eccomi a stravincere, a sorridere con tutto me stesso.

Per questo devo ringraziare Lei, che mi ha teso una mano in questo momento di annullamento di me stesso.

Devo ringraziare Lei che mi ha sostenuto quando credevo di essere destinato a mescolarmi al cemento.


Come se non bastasse, domani usciranno i risultati della borsa di studio, e se Dio vuole, o chi per lui, dovrei essere rientrato fra i primi 5000 (e vorrei ben dire...).

Che dire: ho la Donna, ho i Risultati Universitari, ho la Borsa di Studio, ho una Casa fantastica, ho degli Amici favolosi... Cosa si può volere più di questo?


Si si, sono proprio felice di come si sta evolvendo la mia Vita, di come sta proseguendo la mia esistenza. Finalmente ho ripreso in mano IO le redini della storia!

sabato 17 novembre 2007

E così...

E' passato.
Il primo esonero è passato.
La prima agitazione è passata.
Il primo scoglio è passato.

Ed ho vinto io.

La tensione del giorno prima è proseguita fino a stamattina, mi ha tenuto compagnia fin quando sono riuscito a sedermi al mio posto, con il compito davanti agli occhi.
E' aumentata per un attimo, temevo di non poter sostenere il parziale: la mia mail non era arrivata.
Non importa, sono dentro comunque! Sono seduto, ho il foglio davanti agli occhi.

Vedo gli esercizi, vedo le risposte.
Sorrido.

Finisce la prima parte, il sorriso sulle labbra esco dall'aula, vado in bagno, mi consulto.
Sorrido di nuovo!

Ancora una volta dentro quell'aula, grande ma troppo piccola. Ho il respiro spezzato, ho paura di quello che potrebbe capitarmi, ho paura di non riuscire a fare questi esercizi.
Poi arriva anche l'ultimo foglio, con gli ultimi tre esercizi. Li leggo velocemente, li svolgo mentalmente saltando qualche passaggio.

Sono risolti nella mia testa.

Poi comincio a scrivere di getto, non mi fermo fino alla fine del tempo concessomi. Non perdo neanche un secondo nonostante mi impicci con un esercizio maledetto, che potrebbe costarmi il 30.

Ed ecco, consegno. Sono già quasi tutti fuori. Non importa, sono felice.
Ho le labbra piegate in un sorriso che sembra voler congiungere le orecchie.
La guardo negli occhi, sono felice che ci sia lei al mio fianco in questo giorno così importante, così particolare.

Le sorrido, le do un bacio.

Il resto è storia.

venerdì 16 novembre 2007

Tensione

Sono sul letto, il portatile sulle ginocchia.
Dovrei studiare, non mi va.
Quello che è fatto è fatto, quello che non so non posso impararlo adesso, anzi non voglio.

E allora che faccio?

Niente, mi riposo. Aspetto che la mamma della mia coinquilina prepari la pizza, conto quanto ho speso fino ad oggi e mi meraviglio di me.

Sono teso come una corda di violino, ho paura di dimenticare tutto quello che ho imparato fino ad ora, di non riuscire ad applicare le mie conoscenze in quelle due fatidiche ore in cui dovrei, e dovrò dare il meglio di me.

Sento un grande peso sulle spalle, un masso gigante che mi preme verso il terreno, che mi schiaccia.

Ora tutto dipende da me, non posso fallire. Non VOGLIO fallire.
Non posso deludere me stesso, so di poterlo fare, di poter riuscire al meglio.

martedì 13 novembre 2007

Completo

A candle in the night.
A ray of light in my dark world.

Come un raggio di luce è emersa dall'acqua, che a rivoli scivola sul suo volto creando splendidi giochi di luce sulla sua pelle.
Il crine aderisce alle sue guance, le sue labbra dischiuse e nei suoi occhi uno splendore particolare.

La mano destra alta, fra l'indice e il pollice regge qualcosa, troppo piccolo per essere riconosciuto da quella distanza.

Dietro di lei s'intravede una forma rossa, un oggetto non più grande di un pugno a cui sembra mancare un pezzo, talmente piccolo da poter essere individuato solo grazie al contrasto che si viene a creare: un piccolo foro nero in una massa rossa.

Ora si gira verso di me, mi guarda con un sorriso... che non riesco a descrivere con le parole, che mi riempie l'anima e la mente.

Dopo aver raccolto l'oggetto alle sue spalle si avvicina lentamente, come se camminasse sulle nuvole, un brivido la percorre facendo fremere la sua pelle liscia.

Eccola, sempre più vicina, con la mano sempre alta a mostrare il suo minuscolo trofeo.
Lo riconosco, è lui, è l'ultimo pezzo, e nella sinistra tiene il mio cuore, a cui manca ancora quel minuscolo frammento che regge fra le dita.

E' davanti a me, ora, e mi guarda negli occhi. Le sue mani si avvicinano al mio viso, e lentamente, con emozione e dita tremanti fa scivolare la scheggia al suo posto.


E' intatto, è completo, è integro... è riuscita a trovarli tutti a tempo da record. La guardo negli occhi, scorgendo il mio riflesso nei suoi cristalli... è un attimo, la prendo fra le braccia. La bacio.

E' lei, l'instancabile che mi ha riportato a sorridere, che con la sua luce è riuscita a squarciare le tenebre.
E' lei che ha diradato le nuvole temporalesche che si ammassavano sopra la mia anima.
E' lei che mi si è gettata nell'oceano dove mi ero perso, e mi ha teso la mano per riportarmi a galla.

E' lei che mi ha prestato la sua aria per tornare a respirare.


---


Ai nostri piedi tutta Roma, illuminata di gaudio.
Nella penombra i nostri occhi si sono incrociati.
Le nostre mani si sono sfiorate.
Le nostre labbra si sono unite nuovamente.
Il suo odore ancora una volta mi ha pervaso.
Posso ancora sentire il suo sapore mordendomi le labbra.

Le parole ferme in gola, l'emozione le blocca mettendo un fermo alle corde vocali. Più volte ho tentato di parlare, più volte ho aperto bocca. Poi, ancora una volta uno scoppio, una bomba che rompe ogni barriera.

"Ti Amo ..."

13-11-2007, da oggi ho tutto quello che potevo chiedere alla vita.


No, ho ancora di più.

Ho Lei.

lunedì 12 novembre 2007

Ancora Bianco

Una rosa bianca.

Il bianco, come colore, mi ha accompagnato lungo tutto il mio percorso di vita, in un modo o nell'altro.
Vuoi con un articolo, vuoi perchè è l'opposto del nero, vuoi perchè è un colore puro...

Oggi il Bianco assume un significato particolare, specifico,
adatto alla situazione che sto vivendo.

Una rosa bianca, "Amore puro e spirituale".

Si, è un'emozione che è cresciuta pian piano, che si è creata un guscio attorno per non essere vista, come uno specchio rifletteva ciò che c'era intorno per sviare chiunque la cercasse.

Poi, quando il momento è stato più propizio è venuta fuori, è esplosa, ha rotto il guscio frantumandolo in mille pezzi.
Si è mostrata in tutto il suo splendore, abbagliandomi con la sua luce e trascinandomi in un mondo senza pensieri, senza preoccupazioni, pieno di sogni e di speranze.

Ecco... Vorrei regalarle una rosa Bianca, perchè ora non riesco a dire a parole ciò che provo, ciò che sento. Il bianco ora è esplicativo, è il modo più semplice che ho per rivelare me stesso, per mettermi a nudo ancora una volta.

---

00.37

Non posso... non posso più scrivere, questa sera...

si sono accavallate troppe emozioni, troppe sensazioni, troppe informazioni che il mio cervello deve immagazzinare, che il mio cuore deve capire appieno.

Mi sono state dette cose che nessuno mi aveva mai neanche sussurrato, o lasciato intendere.
Mi sono state dette cose che in tutta la mia vita ho sempre sognato, ho sempre desiderato sentire.
Mi sono state dette cose che mi fanno sentire bene, che mi fanno gioire.
Mi sono state dette cose che mi hanno fatto scoprire cosa vuol dire veramente Amare, e Vivere!

Non riesco, non ho parole nella mente, non ho espressioni idiomatiche, non ho pensieri...

Ho emozioni. E le emozioni, si sa, non hanno voce.

Angry

Fight, Fight as you never done before, and don't worry if someone hit you. Run, run and shot, kill the enemy and smile in front of death: you're only a number, nothing more.
You can only run, and scream, and cry.
But don't cheat yourself, nobody will hear you, you're ALONE.

---

No, non sto parlando di me, sto parlando di quella che è rimasta nella provincia, di quella che qualche attimo fa mi ha detto "mi manchi..."

Ti manco?
Davvero?
Lo sai che non me ne frega nulla?
Lo sai che non m'importa di quello che senti, di quello che pensi, di quello che vuoi?

La mia vita nella provincia è terminata definitivamente il 2 di novembre. Da quel giorno il mio io dell'altra parte degli appennini è morto, sepolto sotto gli scatoloni dei ricordi.

Non tornerà più indietro, non cercherà mai più di ritornare a galla.
Dovevi immaginarlo da te, ma hai voluto testarlo sul campo.

"Mi fa piacere, ciao", è stata la mia risposta. Fredda, glaciale, inespressiva.
Se non lo hai ancora capito, sei fuori dalla mia vita, meno di un ricordo.

domenica 11 novembre 2007

Cantami o diva...

WoW.. sono solo due giorni che non scrivo e già sono troppe le cose che vorrei raccontare!

Però stasera mi manca la scintilla, mi manca l'ispirazione creativa, mi manca la vena poetica...

"Cantami o diva l'ira funesta del pelide Achille..."
Anche i più grandi scrivevano grazie alle Muse, quindi abbiate pietà di me per una sera se la mia Musa è restata a dormire... Non giudicate lo stile di questo post, prendetene solo l'intrinseco significato.

Vorrei scrivere delle emozioni che ho provato in questi giorni, dei limiti che ho superato grazie a lei, di come mi ha fatto conoscere Roma in questo mese...

Vorrei esprimerle tutta la mia gratitudine per la cerca che sta portando avanti con tenacia, instacabile come non avevo mai visto nessuno...
Non si ferma un attimo, mai un secondo per asciugarsi il sudore, mai un momento per godersi il panorama.

Vorrei scrivere qualche parola per farle capire quanto mi fa stare bene...

Ma non riesco a trovare quelle adatte, non riesco a far uscire il mio ego scrittore...

Beh, alla fin fine qualcosa l'ho detta, magari non esattamante come avrei voluto, ma non importa... Stasera mi sento bloccato da qualcosa che è più forte di me.
Sento un'emozione dentro che interrompe ogni mia attività cerebrale... E mi piace...

Mi piace non pensare a niente, mi piace non avere problemi per la testa, mi piace pensare solo a ciò che mi fa stare bene...
Ecco, ancora grazie...!

---

01.06
Ecco, ho appena aggiunto un'immagine che esprime ciò che tento di scrivere...

giovedì 8 novembre 2007

Fiume : Emozioni

Cosa mi sta succedendo?
Cosa sta accadendo dentro di me?
Perchè sta succedendo tutto questo?

Non me lo aspettavo, non credevo che Roma mi avrebbe fatto questo effetto.
Sapevo di andare in una città diversa, più grande, più varia, con più persone.
Sapevo di essere solo, che avrei dovuto darmi da fare per trovare dei nuovi amici, per non restare da solo a piangermi addosso.

Qui, nella capitale, alla Sapienza, nella facoltà di Statistica ho trovato delle gran belle persone, e non solo...

La mia nuova vita è cominciata di botto, con un'esplosione di emozioni.
Mi sento strano, e anche se credo di aver già conosciuto questa "stranezza", è un sensazione che sembra talmente lontana da scomparire, quasi, lasciandosi dietro solo uno strascico impolverato, per essere soppiantata da questa nuova emozione, simile ma completamente dissimile.

Ecco, l'italiano che ho utilizzato non è propriamente corretto, ma non riesco a spiegarmi esattamente come vorrei. Ho tutti i concetti in mente, sottoforma di immagini ed emozioni, mi mancano le parole per esprimerle.
E' successo poche volte, da quando ho cominciato a scrivere ad un "certo livello", e questo mi lascia ancor più stranito.
So cosa provo, ma non riesco a definirlo con le parole.

Ieri sera il mio mondo si è capovolto ancora, ancora una volta mi sono ritrovato a testa in giù immerso in un fiume in piena che a gran velocità mi trascina verso una cascata. Eppure per quanta strada io creda di aver percorso, mi ritrovo sempre nello stesso punto a guardare quell'acqua minacciosa che si butta dal precipizio.
Ho paura. Ho paura che quel filo che mi tiene attaccato ad un ramo pendente si possa spezzare, o addirittura che tutto il legno possa cedere lasciandomi trascinare via dalla corrente... ancora...

Si, sono già scivolato giù una volta, pur non riportando ferite al livello fisico. "Solo" il mio cuore si è lacerato, si è frantumato in tanti pezzettini, così piccoli che non sono ancora riuscito a raccoglierli tutti.
Ed ora, qualcuno è arrivato accanto a me, mi ha guardato negli occhi e mi ha sorriso. Senza fare domande, senza dire una parola, si è chinato accanto a me ed ha cominciato a cercare i frammenti del mio cuore sparsi sul letto del fiume.
Io resto a guardarla, seduto sulla riva, con gli occhi sbarrati e le labbra socchiuse.
Non credo a quello che sto vedendo, non posso credere all'immagine che i miei occhi propongono al mio cervello.
Sono basito... stropiccio gli occhi, sbatto le palpebre: è un'allucinazione?
No, lei c'è ancora, ed è ancora lì. Non mi guarda ora, è impegnata nella cerca. Si tuffa, riemerge: a volte a mani vuote, altre con un piccolo pezzettino rosso in mano, sorridente.

Non capisco, o forse non voglio capire... Voglio godermi il momento, voglio assaporare ogni piccola sfumatura ed osservare ogni singolo raggio di luce che squarcia le tenebre in cui sono caduto in questi giorni.

Quella persona che sta cercando i rimasugli del mio cuore sta tentando di forare in tutti i modi quella coltre di nuvole che mi attanaglia, che mi stringe fino a soffocarmi, che non mi lascia vedere i colori del mondo trascinandomi in una visione in bianco e nero, in un vortice di pessimismo e malinconia.

E sono felice. Dopo tanto tempo sono
veramente felice.

Grazie...

domenica 4 novembre 2007

V.

Non piangerò più per te, l'ho fatto troppe volte!
Non verserò una sola lacrima,
Non una in più di quante ne ho versate in questi tre anni.

Mi hai dato tanto, mi hai tolto tanto.
Mi hai illuso per anni, mi hai falciato in un giorno.
Mi hai salutato l'ultima volta con un bacio.
Non ho provato nulla quando le mie labbra hanno sfiorato le tue.
Non ho rimpianti. Non ho rimorsi.
Ho solo una gran rabbia dentro.
Sono spigoloso, oggi, e lo sarò per parecchio tempo.

Vaffan*ulo.

sabato 3 novembre 2007

Amicizia

"Oh il conforto, l'inesprimibile conforto di sentirsi sicuro con una persona: di non avere né da pensare i pensieri, né da misurare le parole, ma solo da elargirli. proprio come sono pula e grano insieme, sapendo che una mano fedele li prenderà e setaccerà, terrà quello che vale la pena di tenere e poi, con il fiato della gentilezza, soffierà via il resto.
~
Mary Ann Evans (George Eliot)"

L'amicizia è qualcosa che non si può raccontare, che non si può descrivere. E' una sensazione diversa dall'amore, è qualcosa che va oltre.

L'amore è come una bomba ad orologeria, si prepara ad esplodere e in un attimo scoppia; dopo qualche attimo le polveri e le micropolveri prodotte si posano a terra, lasciando solo un grande cratere, il ricordo di un dolore. Nulla più.
Gli amori si susseguono uno dopo l'altro, sempre sinceri, ma mai per sempre, come una pugnalata: anni dopo resta solo una cicatrice, il ricordo di un brutto momento che prende il sopravvento e fa dimenticare tutto ciò che di buono c'è stato.

L'amicizia invece no. L'amicizia non muore mai, se è Vera. E' come una semiretta: sai quando inizia ma non puoi dire dove finisce, puoi girarti un attimo e tornare a guardarla subito dopo, o dopo anni, la troverai esattamente come l'avevi lasciata. Mai diversa, sempre costante.

Fra un uomo ed una donna il limite fra l'Amicizia e l'Amore è un sospiro, una parola detta in un modo diverso, uno sguardo particolare, una carezza di troppo, un sorriso.
Molti dicono che non può esistere amicizia fra Uomo e Donna, ma non è vero. Ciò che è vero è solo la difficoltà nel riconoscere quello che si prova nei confronti della persona dell'altro sesso.
E' arduo distinguere fra l'amore ed una forte amicizia, è vero, ma quando c'è uno splendido rapporto, una complicità di fondo che solo due amici possono avere, è allora che si deve stare attenti a non sorpassare quel limite, perchè è proprio allora che quella complicità svanisce, e non tornerà mai più come prima.

venerdì 2 novembre 2007

"Non voglio perderti"

Dopo tutto quello che mi hai detto ti permetti di pronunciare la frase "Non voglio perderti, e non ti perderò mai, staremo sempre insieme"...?

Hai baciato, provi emozioni pari e superiori a quelle che provi per me e vorresti stare con una Donna...
Non è quello che hai fatto e quello che provi che mi rende basito, perplesso, che mi fa pensare, che mi fa dire "ma allora...". E' con CHI l'hai fatto e verso CHI lo provi.

Io ho rischiato tantissimo mettendomi con te, mi avevi avvertito, ma io testardo e reso cieco dall'amore ho continuato a testa bassa.

Ora me l'hai messa in quel posto...

Pensavo che ti fosse "passata", che avessi "capito", che almeno quella parte si fosse allontanata da te... e invece mi sbagliavo, e quella percentuale di rischio si è avverata.

Ca**o con una donna... non mi avrebbe ferito se fosse stato con un uomo... ma così... mi sento strano...

Ero partito con l'idea di farti un bel discorso, di dirti quelle cose che non ti avevo mai detto in questi ultimi mesi, di tentare di farti capire determinate cose, di sconvolgere ancora la tua vita... e invece sei riuscita tu a sconvolgermi.

Beh, è inutile pensarci adesso. In un modo o nell'altro quello che volevo si è avverato.

Si è chiuso l'ultimo ciclo che mi teneva legato al passato.
Tre anni da chiudere in uno scatolone e riporre accuratamente nella soffitta della mia mente, e lasciare che si ricopra di polvere e ragnatele...


Fine!

Ora comincia VERAMENTE la mia nuova vita.

Aspettami, Mondo, sto arrivando!

giovedì 1 novembre 2007

Casa

Non ho nulla da fare.
Sono buttato sul letto in uno stato di semi-depressione con il portatile sulle ginocchia.
Comincio a studiare ma dopo 3 minuti di orologio non capisco più niente. Non ho la testa per studiare, non ho voglia di uscire, non ho voglia di chiamare quei pochi amici che sono rimasti qui.

Quella a cui dovrebbe fregarne un po' di più del fatto che sono tornato a casa dopo un mese, si è fata sentire forse solo per mantenere una facciata che però traballa dalle fondamenta.
E' una diga piena di buchi, quella sta cercando di rattoppare in tutte le maniere, senza accorgersi che ogni giorno invece di tapparne uno, ne apre diversi uno dietro l'altro...

Quindi ora sono qui, come un cane abbandonato in mezzo all'autostrada che cerca di schivare le macchine in corsa, ostacolato nei movimenti da una catena invisibile che si stringe attorno al collo ad ogni passo.

Triste, spaurito, depresso... aspetto che qualcuno si fermi ed apra lo sportello della sua macchina per portarmi lontano.

martedì 30 ottobre 2007

Pioggia

Pioggia che scende dal cielo, acqua che cade dalle nuvole fin sopra le nostre teste.
Pioggia che ieri ha bagnato i nostri capelli ed ha rinfrescato la nostra serata, e che continua a cadere imperterrita. Di tanto in tanto un lampo, un tuono lontano ci ricorda quanto siamo piccoli ed impotenti di fronte al mondo.

Seppur piccoli, oggi possiamo camminare sulla storia, possiamo posare i nostri piedi sulla stessa terra che i grandi Re dominarono e calpestarono, possiamo correre dove i migliori aurighi si sfidavano per la gioia del popolo romano. Ancora oggi osserviamo l'imponenza, la maestosità delle grandi opere architettoniche a volte meravigliandocene, altre volte semplicemente vedendole con occhio stanco o distratto, impegnati come siamo a complicarci la vita.

Passeggiare per una roma notturna come non l'avevo mai vista, meravigliarsi di vedere il vuoto attorno al Colosseo che si erge potente verso il cielo cupo e affronta la pioggia con una forza secolare. Camminare abbracciati l'un l'altra sotto l'Altare della Patria, sulla terra del Circo Massimo dove le bighe correvano veloci, ascoltare il rumore del Tevere che instancabile scorre nel suo letto, due passi e quattro risate.

Questa è la Roma che mi aspettavo: un sorriso, una carezza, un abbraccio.

lunedì 29 ottobre 2007

Ancora una volta

Domenica notte, ancora una volta le ore piccole.
Ormai sta diventando un'abitudine!

Maledetto cuoco! Io che pensavo di trasferirmi qui a Roma e di dimagrire un pochino, un po' per il fatto che non so cucinare benissimo un po' perchè sono costretto a camminare, non avendo mezzi propri!
Invece mi ritrovo a mangiare Fettuccine al forno, pollo e patate fritte, dolci e dolcetti!
Maledetto coinquilino con il pallino della cucina... Non si può fare questa vita, non si può, ma da domani tutti alla mensa universitaria!

Ad ogni modo, tralasciando il mangiare, fra qualche giorno si torna a casa... Eppure non ne ho voglia, non me la sento di tornare di nuovo in quell'ambiente ostile.
Ho trovato il mio habitat qui, nella capitale, in una casa dove sto più che bene, con ragazzi che si sono rivelati essere dei "piezz e core".

Rido e scherzo come non facevo da tempo, sia in casa che in facoltà.

Non ho la benchè minima voglia di ritornare nel posto dal quale sono fuggito a gambe levate, non voglio rientrare in quella camicia che mi stava stretta fin dall'inizio, fin da quando ho iniziato a comprendere me stesso e chi mi stava accanto.
Ora sto bene, qui, in un vestito fatto su misura per me, con tanto di cravatta e gemelli! Non voglio spogliarmente...

---

01.30
Sto scoprendo tutte le mie carte... tutte... non l'avrei mai pensato... Sto rivelando TUTTO me stesso...

E' una strana sensazione...

domenica 28 ottobre 2007

Un sabato economico

Roma, sabato notte.
Nuova città, nuova vita, nuovo periodo di studi, nuovo ME.
Pur rimanendo sempre la stessa persona interiormente, con lo stesso carattere e gli stessi pregi, magari anche con gli stessi difetti seppur ci stia lavorando su, ma con la consapevolezza di essere un pochettino più grande.
Con la consapevolezza di essere lontano da casa, da solo, in una città che non conosco e senza amici, in una casa con altri ragazzi nella mia stessa situazione.

Qualcuno mi ha detto che sono stato molto coraggioso ad andare via dall'uscio natale, a liberarmi dell'ala protettrice che è quella materna, a lasciarmi alle spalle tutte le amicizie, a liberarmi di tutto quello che poteva rappresentare un peso nella mia nuova vita. Io non mi sento coraggioso, mi sento semplicemente rinato!

Si, sento una nuova forza che scorre nelle mie vene, ho gettato a terra la mia vecchia maschera per non indossarne più. Ma la cosa importante è che non ho lasciato cadere solo una croce da burattinaio, ma anche un pezzo che è stato importante nella mia adolescenza, ma che forse è stato anche un grande, grandissimo sbaglio.

E' vero, è servito per farmi crescere, per farmi sentire cose che non avrei mai immaginato, è servito a farmi rendere conto di com'è bello il mondo, a guardare ancora una volta con gli occhi di un bambino.
Ma gli occhi dei bambini vedono una realtà distorta, una verità che è sempre rose e fiori. Ed io mi sono stufato di vedere il mondo in questo modo, voglio osservarlo per quello che è, nei suoi lati bui e tenebrosi, in ogni pertugio oscuro e puzzolente, voglio poter scorgere il nero che c'è in una giornata uggiosa, in una giornata di pioggia!

Voglio vivere la vita con un solo obiettivo principale, quello di laurearmi in regola, in cinque anni, con il massimo dei voti ed il calcio in culo accademico!
Voglio farcela con le mie forze, costi quel che costi! Se per farlo devo rinunciare a qualche piacere, e sia!

Roma è grande, e sono sicuro che ci sono molti ragazzi che la pensano come me. Anzi, ne ho già trovati... e so che loro capiscono, che lei capisce, quello che provo, quello che sento dentro di me. L'ardore che ho nel corpo, che mi tiene sveglio fino a tarda notte nella preparazione della strada per il raggiungimento del mio obiettivo!

La capitale... ora ci sono anch'io!