La programmazione è un po' come me: quando c'è un problema non si sa mai dove mettere le mani!
Bisogna analizzare passo dopo passo ogni singola riga alla ricerca di quel minuscolo errore che il 99% delle volte passa inosservato, per quanto attentamente tu lo stia cercando.
No, in realtà tu stai cercando "qualcosa" di cui non conosci l'identità, ed è proprio per questo che è così difficile scovare cosa non va, in me e nel programma.
Le cose a questo punto sono due: o chiudi tutto e lasci perdere, per evitare di bestemmiarci sopra, oppure raccogli tutta la calma e la pazienza di questo mondo e tenti di capire, affini la vista per cercare di scorgere quella virgola sbagliata.
Allo stesso modo, chi mi è accanto ha due chance: lascia perdere, limitandosi ad avere un rapporto con me solo quando non sembrano esserci "errori" in superficie; oppure tenta di guardarmi dentro, di capirmi, di lacerarmi l'anima per guardare più nel profondo.
Ecco, quest'ultima cosa si è verificata molto raramente. Anzi direi che questa opzione è stata scelta un numero di volte talmente basso che possono essere contate sulle dita di una mano.
Vabbé, ad ogni modo sto cominciando ad adorare la programmazione, piano piano, molto lentamente, ma inesorabilmente. Con il sottofondo offerto dal mio coinquilino vicino di stanza, inoltre, è un piacere stare dietro un monitor a buttare giù righe su righe di codici incomprensibili!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento