domenica 6 luglio 2008

Il Mondo Emerso [ II ]

Mah.. sono deluso.
Forse perchè tutti me ne parlavano bene, lo esaltavano, lo elogiavano portandolo allo stesso livello del signore degli anelli, ma a me sembra una storiella per bambini.
Voglio dire, son passati due libri, oltre settecento (700) pagine e non è ancora successo nulla. Il Tiranno che conquista regione su regione, la classica storiella trita e ritrita che può essere fermata solo da una persona sopravvissuta allo sterminio della sua specie perchè si averasse la profezia...
Possibile che i fantasy si risolvano sempre a questo? Ad una profezia che deve avverarsi, ad un mortale che affronta le divinità per la salvezza dei popoli liberi?
Non c'è niente di innovativo in questo libro, non è scritto neanche in un modo tale da colpirmi in quel senso.

Voglio dire, anche il Signore degli Anelli ha una storia piuttosto scadente. Racconta sempre dell'omino piccolo e impaurito che deve gettare un anellino simbolo del potere supremo e fonte di disperazione, dolore e morte per le genti libere, in un vulcano distruggendo così il crudele nemico. Volete mettere però lo stile del fu Tolkien, che mi ha incollato alle pagine non facendomi alzare nemmeno per mangiare, con quello della troisi che non mi emoziona affatto?

Le battaglie sono descritte in maniera blanda, due colpi, una schivata, una stoccata e arrivederci mob. Che cos'è, un gioco di ruolo senza narrazione? "Attacco, diciotto più sei fa ventiquattro, lo colpisco. Gli faccio sedici danni, è morto?" ... mah!

Poi ricade sul banale troppo spesso, battendo sempre il martello sul disagio di questa mezzelfa, ultima della sua stirpe, costretta a vivere in luoghi dove nessuno la accetta, ecc ecc... Sembra avere bisogno di un modo per tenere alta l'attenzione, un motivo per tenere incollato il lettore, se non altro per capire in quale modo questa Nihal verrà alla fine accettata dal mondo.

Boh, non so che dire... non mi sta piacendo affatto.

In tutto ciò, sto cominciando a sentire il bisogno di tornare a casa, di rivedere quei due o tre amici che ho lasciato li, sento la necessità di allontanarmi dai doveri e dalle responsabilità che vivere da soli comporta. Voglio tornare a casa e trovare il piatto fumante sul tavolo, voglio svegliarmi la mattina e non avere il problema di pensare a quel che bisogna fare in casa, trovare il letto fatto quando è notte... sono stupidate lo so, ma fa sentire bene sapere che c'è qualcuno che si "prende cura" di te.

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